TRANCE E POSSESSIONE IN AFRICA. CORPI, MIMESI, STORIA

TRANCE E POSSESSIONE IN AFRICA. CORPI, MIMESI, STORIA

di BENEDUCE ROBERTO

Editore: BOLLATI BORINGHIERI

Collana: SAGGI.STORIA, FILOSOFIA E SCIENZE SOCIALI

Anno edizione: 2002

Pagine: 339 p.

ISBN: 9788833914046

35,00

Titolo

TRANCE E POSSESSIONE IN AFRICA. CORPI, MIMESI, STORIA

Sottotitolo

CORPI MIMESI STORIA

Autore

BENEDUCE ROBERTO

Editore

BOLLATI BORINGHIERI

Collana

SAGGI.STORIA, FILOSOFIA E SCIENZE SOCIALI

Anno edizione

2002

ISBN

9788833914046

Pagine

339 p.

Volumi

1

La possessione e la trance da possessione sono state considerate a lungo fenomeni di pertinenza prevalentemente religiosa, politica o, alternativamente, psicologica. Tuttavia solo un approccio che riconosca la natura irriducibilmente polisemica e plurale dei rituali di possessione, e quelle espressioni più ordinarie che non sono necessariamente correlate al tempo rituale, permette di comprendere il dinamismo storico che caratterizza i culti di possessione, il senso dei loro paradossi e delle loro tecniche, la loro capacità infine di interrogare le nostre stesse categorie di soggetto, di coscienza, di volontà.

Beneduce Roberto Trance e possessione in Africa Corpi, mimesi, storia Prezzo € 29,00 XVI-323 pp., ill. Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali 88-339-1404-6 La trance, cioè lo stato psicofisico alterato proprio di medium o di chi partecipi a rituali di possessione, è qualcosa di più complesso di quanto solitamente si creda. Questo libro ne studia la dinamica storica e le molteplici manifestazioni in contesti moderni, dove conserva un ruolo decisivo nella riproduzione di memorie individuali e collettive. La possessione e la trance da possessione sono state considerate a lungo fenomeni di pertinenza prevalentemente religiosa, politica o, alternativamente, "psicologica". Tuttavia solo un approccio che riconosca la natura irriducibilmente polisemica e plurale dei rituali di possessione, e restituisca valore a quelle espressioni più ordinarie non necessariamente correlate al tempo rituale, permette di comprendere per intero il dinamismo storico che caratterizza i culti di possessione e le loro tecniche. Sottratta a una interpretazione univoca, restituita alla molteplicità delle sue espressioni, la possessione – qui analizzata anche nei mutevoli scenari della contemporaneità: contesti migratori, conflitti bellici ecc. – si rivela come una potente machine à penser, «buona per pensare» l’alterità, il potere, il sacro, il passato e il presente. Nonché come un complesso dispositivo mnemotecnico, decisivo tanto nella riproduzione di memorie individuali o collettive quanto nella realizzazione di altre forme di coscienza storica. Protagonista a lungo rimosso di queste strategie è il corpo: luogo in cui si condensano miti, saperi, retoriche, memorie culturali ma anche conflitti e contraddizioni, come le biografie dei posseduti stanno a testimoniare. Roberto Beneduce, etnopsichiatra, insegna antropologia culturale all'Università di Torino. Ha svolto ricerche in Mali, Eritrea e Mozambico e, più recentemente, in Camerun, nell'ambito della Missione Etnologica Italiana in Africa Equatoriale diretta da Franco Remotti. A Torino ha fondato il Centro Frantz Fanon di assistenza agli immigrati. Fra i suoi lavori: "Frontiere dell'identità e della memoria. Etnopsichiatria e migrazioni in un mondo creolo" (Milano, 1998).

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