BRICIOLE FILOSOFICHE. OVVERO UN POCO DI FILOSOFIA. NUOVA EDIZ.

BRICIOLE FILOSOFICHE. OVVERO UN POCO DI FILOSOFIA. NUOVA EDIZ.

di KIERKEGAARD SØREN; REGINA U. (CUR.)

Editore: MORCELLIANA

Collana: FILOSOFIA

Anno edizione: 2024

Pagine: 160 p.

ISBN: 9788837239473

17,00

Titolo

BRICIOLE FILOSOFICHE. OVVERO UN POCO DI FILOSOFIA. NUOVA EDIZ.

Autore

KIERKEGAARD SØREN; REGINA U. (CUR.)

Editore

MORCELLIANA

Collana

FILOSOFIA

Anno edizione

2024

ISBN

9788837239473

Pagine

160 p.

Volumi

1

<DescrizioneBreve>Prima Edizione 2012 Briciole filosofiche è l'opera con la quale Kierkegaard nel 1844 intende conferire un «significato decisivo all'esistenza» sulla base della sola ipotesi cristiana, e giustificarlo dal punto di vista filosofico. Il curatore del volume, Umberto Regina, evidenzia come in questo titolo sia condensato il senso stesso della ricerca kierkegaardiana. I due termini semplicemente accostati stanno a dire che se anche la quantità è poca, la qualità è tutto: è filosofia, appunto. In aperta polemica contro ogni sistema idealistico di tipo hegeliano, Kierkegaard si sottrae alla logica dell'identità per valorizzare il pensiero della differenza: essere coscienza in grado di cogliere la propria temporalità al cospetto dell'eternità. L'eterno dona, insieme alla verità, la condizione per riceverla: v'è un'asimmetria che si manifesta nel «paradosso», ovvero la «passione del pensiero per ciò che non può pensare». A essere rovesciata è la tesi parmenidea della coincidenza fra l'essere e il pensare nell'identità del tutto; ciononostante, è la stessa filosofia a mostrarci l'irriducibilità del paradosso, come passione per ciò che è eccedente - spiega Regina - «propria di chi è disposto a compiere qualsiasi sacrificio intellettuale pur di non aderire a una verità nemica dell'esistenza» quale sarebbe l'idea di «sostanza»: «l'intelletto e il paradosso vogliono la stessa cosa, ma possono volerla solo nel momento». Il momento è quello della «fede», nella quale la loro inconciliabilità può divenire «intesa». Si delinea l'«infinita differenza qualitativa» fra l'uomo e Dio, una scoperta raggiunta dalla filosofia contro se medesima: a essa non può accedere da sé, ma con il solo aiuto del cristianesimo.

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