MONACIELLO DI NAPOLI (IL)

MONACIELLO DI NAPOLI (IL)

di ORTESE ANNA MARIA

Editore: ADELPHI

Collana: GLI ADELPHI

Anno edizione: 2024

Pagine: 119 p.

ISBN: 9788845938689

12,00

Titolo

MONACIELLO DI NAPOLI (IL)

Autore

ORTESE ANNA MARIA

Editore

ADELPHI

Collana

GLI ADELPHI

Anno edizione

2024

ISBN

9788845938689

Pagine

119 p.

Volumi

1

<DescrizioneBreve>«In questi racconti abitati da melodrammatici fantasmi d'antan, da Passioni misteriose e da riunioni di famiglia in cui è ospite la Morte, la Ortese capovolge le coordinate della realtà come nelle fiabe romantiche di Tieck e di Chamisso, e fa circolare nelle storie l'inverosimile con una naturalezza assoluta. In uno scenario ancora ottocentesco di salotti pieni di "buone cose di pessimo gusto", la Ortese mette in scena un suo teatro dei burattini dove Amore e Morte bevono il tè in tazze di porcellana e lo scugnizzo-monaciello e la sua amante-madre possono rinchiudersi in un armadio per dirsi la loro passione. Sotto le sue mani i morti tornano a vivere, il Gran Verme diventa un servo da commedia degli equivoci e la morte è sconfitta dall'Amore». (Giuseppe Montesano) Poco più che venticinquenne, Anna Maria Ortese pubblicò questi due racconti in riviste di scarsa circolazione, dove sono rimasti sino a oggi sepolti. In quelle pagine si è serbata intatta la prima impronta acustica di una voce che avrebbe poi continuato a risuonare, incessante seppure fra intervalli di silenzi, sino alle pagine magistrali del Cardillo. È una voce accorata e dolente, in cui si avverte l'eco di nostalgie mai sopite, di dolcezze negate: ancora una volta, accompagnati dalla mano abile e insieme compassionevole dell'autrice, dalla sua scrittura lirica e visionaria, avremo la ventura di incontrare figure insondabili e arcane ma capaci di manifestare, a chi sappia intenderli, il loro lamento e la loro ribellione. Sono «povere creature inimmaginabili»: come l'ombroso spiritello del primo racconto, il Monaciello appunto, che vive «in un piccolo armadio dalla serratura guasta, dalle porte malferme, fra cataste di panni scuri e penne verdi di pappagallo», e l'enigmatico Fantasma, che altri non è che la Morte, del secondo: «abbagliante era lo sparato della sua camicia di seta, l'argento dei bottoni da polso, il tovagliolo, perfettamente inutile, posato Dio sa perché sul suo braccio sinistro; ma più d'ogni altra cosa era abbagliante il suo sorriso in fondo agli occhi di tenebra». E ancora una volta ritroveremo quel mondo, fra memoria e sogno, che è soltanto della Ortese, un mondo in cui «tutto ciò che si vede o accade è incantato o spaventoso», un mondo fatto di stanze e corridoi e terrazze e anditi di misteriosa bellezza, dove barbaglia, a tratti, il riflesso del mare di Napoli. Il Monaciello di Napoli e Il Fantasma sono apparsi rispettivamente su «Ateneo Veneto» nel 1940 e su «Nove Maggio» fra il 1941 e il 1942.

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